“Ma tu sbagli candeggio! Io uso…”

Chi si ricorda quello spot dei primi anni Novanta in cui la suocera dice alla nuora che deve scegliere la candeggina più cara per ottenere la camicia bianca senza che si strappi all’improvviso?

Si tratta di una di chicca della storia della pubblicità in Italia e questa frase è ancora tatuata nella testa dei nati negli Ottanta!

Ma spot a parte, è vero che per eliminare l’ingiallimento serve la candeggina? Vediamolo insieme!

IL MITO DELLA CANDEGGINA

Aggressiva, invasiva e tossica se inalata o mescolata ad altri prodotti chimici per via dei gas che produce, la candeggina è un prodotto efficace quanto pericoloso, soprattutto se adoperata quotidianamente in presenza di bambini: abbassa le loro difese immunitarie e apre la strada alle malattie respiratorie! Evitala se puoi! Una cosa vera c’era, nello spot: alla lunga, corrode i tessuti, anche quelli migliori.

Ma come si faceva ai vecchi tempi?

IL METODO DELLA NONNA

Quando non c’era la lavatrice, i panni si bollivano! Quindi lenzuola, tende, biancheria finivano tutte in pentola. Ma le antenate già sapevano che serviva un qualche agente sbiancante. Così trattavano prima le macchie con il cremortartaro, una sorta di lievito in polvere, poi aggiungevano all’acqua bollente del bucato sale e limone. Laborioso, ma è un metodo…

Vediamo qualcosa di più moderno o almeno proviamo a fare a meno del cremortartaro!

I MIGLIORI PRODOTTI PER SBIANCARE

Passiamoli tutti in rassegna dal più facile al più laborioso, con una premessa: sono tutti di eguale efficacia ma hanno tutti un ingrediente in comune: una bacinella spaziosa, dove si possa facilmente pretrattare il capo bianco che si è ingiallito. Che sia rettangolare, quadrata, o rotonda, la cosa essenziale è che sia dotata di pratiche impugnature e sufficientemente capiente, altrimenti rischi di sprecare acqua a terra e non ottenere il risultato sperato. E ora cominciamo:

  • Sale e bicarbonato: variante semplice della versione della nonna, calcola 2/3 cucchiai per litro d’acqua e lascia in ammollo almeno 12 ore, una notte è sufficiente, di solito. Procedi poi con un lavaggio a 50°, aggiungendo del succo di limone nella vaschetta. Ideale per corredi antichi, lenzuola che hanno preso il giallo nella piega della stiratura, macchie da tempo e umidità insomma.
  • Sapone di Marsiglia+bicarbonato: soluzione ideale quando si cerca qualcosa che possa agire in maniera localizzata senza coinvolgere aree grandi di tessuto o quando, come nel caso dei materassi, non si può mettere in lavatrice la zona macchiata. Mescolando in parti uguali scaglie di sapone marsiglia e bicarbonato, aggiungere acqua fino a raggiungere la densità di una crema, applicare sull’area interessata. Con una spazzola per tessuti, applicare movimenti rotatori per far passare il sapone nella fibra e lasciare agire pochi minuti. Rimuovere l’eccesso con un panno di microfibra, ripetere nel caso non si sia soddisfatti. Aloni e macchie di questo tipo possono essere sudore, sangue o urina, questo trattamento si occupa anche di igienizzare la fibra macchiata.
  • Acqua ossigenata: se ne parla ovunque sul web e molto bene, in effetti la sua efficacia è ben comprovata, quello che spesso si omette di puntualizzare è che non si sta parlando del perossido di idrogeno con cui si disinfettano le ferite, ma del suo fratello maggiore, a 130 volumi, reperibile in mesticheria, su internet e nei negozi di hobbistica. Va maneggiata con la stessa cura adoperata per la candeggina (anche maggiore forse, perché non ha odore, quindi appare innocua ‘a naso’) e solitamente serve per sbiancare il legno trattato dei mobili, per rendere al meglio l’idea della sua potenza. Diluitela in acqua nella proporzione uno a cinque e aggiungete acido citrico per stabilizzare la soluzione, se volete impiegarla nei tessuti. Con cautela.
  • Percarbonato di sodio: è lo sbiancante ecologico più potente che esista in natura! Biodegradabile al 100%, sbianca e pulisce anche a basse temperature, basta aggiungerne un cucchiaio in acqua tiepida ogni dieci litri circa. Attenzione a non confonderlo con il perborato di sodio, che invece sprigiona una reazione chimica dalla decomposizione di carbonato di sodio e acqua ossigenata, da cui nasce il boro, molto tossico e molto pericoloso per le donne incinta e i bambini! Le parole sono importanti! Cautela!

Infine, qualche raccomandazione al volo per preservare il più possibile i vostri tessuti dall’ingiallimento:

  • Conserva i capi bianchi al riparo dalla luce, nel caso di corredi di famiglia anche riposti in delle federe, sempre ben protetti dalla luce solare;
  • Protetti dalla luce ma anche dall’umidità: non riporli in armadi con scarso ricircolo di aria, almeno due volte a stagione lasciali ad ante aperte per ‘asciugare’ e ‘respirare’ un po’;
  • Stendete sempre al riparo dal sole, sappiamo bene che il filo è sempre più comodo dello stendino, ma una soluzione mobile, come Panny ma anche come E,vento possono essere una risorsa importante in caso di bucato bianco!

   

 

Ora tocca a te: quale soluzione ti è piaciuta di più, quale di meno? Affezionato alla candeggina? Hai sempre cercato alternative ma nessuna ti convinceva? Faccelo sapere nei commenti, ti leggiamo sempre!